In queste ore ho potuto riflettere, grazie, anche, a qualche distinguo nel centro sinistra policorese, sull'utilizzo della veemenza del verbo per la difesa dei valori e principi democratici. Mio nonno prima e mio padre dopo mi hanno trasferito i valori fondanti della Repubblica Italiana e principalmente i fondamenti democratici, pilastri che devono essere difesi, a mio modesto avviso, anche con la veemenza del verbo e mai, dico mai, con altre forme di veemenza. Mio nonno mi ha sempre detto che le conquiste democratiche, conseguenza della lotta partigiana al fascimo, devono essere difese sempre e comunque, perchè conquiste a costo della vita. Mio padre che ha sofferto il periodo fascista, rinunciando alla sua infanzia per diventare subito grande e portare il grano a casa, a soli cinque anni è esempio per me, irrinunciabile. L'altra sera in consiglio comunale ho difeso i principi e valori democratici con veemenza, quella del verbo e grazie a questo alcune intelligenze democratiche, all'interno della maggioranza, hanno inteso prendere le distanze da una iniziativa antidemocratica che offende le regole elementari di confronto fra maggioranza ed opposizione. Ho letto su alcuni comunicati stampa che il sindaco si aspetta le scuse per le accuse gratuite, frutto della concitazione del momento. A lui rispondo che sono pronto a chiedere scusa a chi si è sentito offeso dalla mia veemenza del verbo, un minuto dopo aver ascoltate le sue scuse pubbliche alla città che rappresenta, per l'offesa, continuata, all'istituzione comunale. Sinceramente non so a chi dovrei chiedere scusa se non, e subito, ai soli assessori comunali che hanno inteso non abbandonare l'aula e alla consigliera comunale Ivana Santamaria che ha deciso, autonomamente dì prendere le distanze da quella iniziativa sconsiderata ed antidemocratica.
Altro non mi sento di fare, in considerazione del fatto che la stella polare di alcuni e diversa dalla mia. C'è chi aspetta l'esternalizzazione del servizio tributi, chi aspetta l'esternalizzazione dell'istruttoria pratiche edilizie, chi aspetta da tre anni il Piano d'Ambito e credo aspetteranno ancora molto tempo, chi aspetta le selezioni per il presonale della farmacia, chi aspetta la sanatoria edilizia e altro ancora, dimeticando il proprio ruolo istituzionale, garanzia dei presidi democratici della repubblica. A questi soggetti dovrei chiedere scusa? Non ci penso proprio!
Detto questo mi dispiace, però, soprattutto, per quanti nel centro sinistra soffrono la veemenza del verbo e non quella dei programmi e delle azioni. Non è più il tempo della speciosa moderazione del verbo ma è il tempo di indignarsi, se vogliamo salvare la nostra città dal degrado morale e socio economico.
Franco Labriola
Mi batterò per questo fino all'ultimo respiro, d'altra parte invito a riflettere su: " Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana." J.F. Kennedy